Studio per deposizione - olio su tela 180x150
Missione dello Spirito è quella di liquefare l’anima di cui è rivestito per far ritorno alla sua origine increata.
L’uomo, incardinato nella preminente illusione
percettiva, ha la facoltà ermetica del libero arbitrio con cui opporsi al
vortice del Fato, resistendo alla sua corrente e vincerne la forza
trascinante.
Il Fato è connesso all’anima non già allo Spirito ma lo Spirito ne partecipa per consonanza alla realtà dell’anima.
Il libero arbitrio non equivale a fare ciò che più
riteniamo idoneo per soddisfare la mera ambizione dell’io ordinario.
Il cosiddetto libero arbitrio consiste nella sola, ultima, possibilità di
consapevolezza rimandata oltre l’ideazione terrena legata alla personalità consueta.
Nell’ombra terrena di ogni uomo alberga il suo Angelo
Ermetico, con esso va intrapresa una strenua lotta.
Paolo, ne “I Corinzi” 10:4, scrive: “E tutti bevvero
la medesima bevanda spirituale, perché bevevano dalla roccia spirituale che li
seguiva; e quella roccia è il Messia”.
Il Simbolo Cristo (riscattato dalla contraffazione sacrificale/devozionale voluta dal cattolicesimo) è la Pietra Filosofale interna in ogni persona di Buona Volontà.
Cristo è interiore facoltà sovrasensibile attribuita al cosiddetto Solvente Universale,
qualmente, è l’Elisir di Vita; vita intesa come principio di sussistenza
rimandato oltre ogni determinazione avvinta allo stato di necessità: dunque, è vita rimandata oltre
la vita stessa.
Un certo modo d’intendere la poesia non potrà più
trovare spazio nella nuova realtà: la poesia, la pittura e l’arte sono solo strumenti
elettivi in dote alla coscienza, agita dal "presentimento trasmutativo" insito nella
materia.
La discreta ricerca tonale, il rinvenimento di cromie nitide e macchiate di un’impurità psichica congenita all’uomo dell’ultimo Ciclo e che, dunque, ogni artigiano/poeta da sempre ha cercato di redimere attraverso le proprie ideazioni, per l’innovazione hi-tech tale sensibilità sensitiva costituisce invece un intralcio da rimuovere.
La sensibilità sensitiva è annientata dalla capacità predittiva degli algoritmi.
L’uomo digitalizzato non dovrà mai prendere coscienza del suo potenziale
sovraumano, non deve essere in grado di riconoscerlo in sé o negli altri. Unica
funzione dell’uomo nuovo è quella di lasciarsi assorbire docilmente dalla
dimensione digitale, dove sarà recluso insieme agli embrioni malsani dei vizi
atavici in cui fermentano i germi utili alla sua conclusiva dissoluzione
spirituale.
Ponendo attenzione ai rivelatori dell’antica Sapienza, appare evidente come nelle questioni mitico-alchemiche lo stile poetico (innervato della massima potenza evocativa) sia quello più antichissimo e quello filosofico appartenga ad Età umane più recenti.
La poesia integrale è Furor temperato, che informa la nostra dimensione interiore della persistenza del principio spirituale (furente e casto) ed è responsabilità propriamente umana custodirlo e valorizzarlo accrescendone la virtù, (essa è intesa come qualità ermetica) la sola valevole a realizzare l’essere presenti autenticamente in sé stessi, conseguendo la somma ideazione (sovraumana) internata nell’uomo; altrimenti destinato ad una miserrima ordinarietà, niente affatto neutra, ma oggetto di continue manipolazioni destrutturanti.