Mitreo di Ostia antica - olio su tela - 35x50 - L’assurdo è l’unica dimora dell'uomo
Viviamo dentro una prodigiosa prigione percettiva
multipla, di cui la dimensione tecnologica definisce la sistemazione della
cella più profonda, fredda e oscura.
A.I. = Artificial Intelligence, varrebbe anche e
soprattutto come acronimo di Archontic Identity
Sottrarsi alla trappola che noi siamo e in cui a nostra volta siamo racchiusi riguarda i motivi stessi del Nostos odissiaco
Le esigenze rigorose che sono proprie alle sacre
verità dell’essere (imprigionato in questa prodigiosa prigione
multidimensionale) sono radicalmente opposte al cosiddetto principio moderno,
che intende confinarne l’essenza nella più angusta cella dei tempi.
L’essenza dell’uomo, la sua forza interiore si
identifica nella poesia e non nella nuda tecnica, che per quanto elaborata possa
essere lo rende assai più simile ad un sofisticato insetto rinchiuso nel suo
avveniristico bozzolo/labirinto, che non al nunzio sacro che dovrebbe essere, pena la
sua dannazione infinita.
Ogni uomo del presente
Ciclo che sia anche solo debolmente riflesso dal barlume geniale della ricerca è una sorta di Odisseo minore, smarrito nel mare emblematico, in cui si dibatte per recuperare il suo animo.
(Omero usa i termini
psyche, “anima, soffo vitale”, e arnymai, “recuperare, riguadagnare,
riscattare” in Odissea 1,5).
Perché il viaggio è innanzitutto un viaggio immaginale (niente affatto immaginario) e coincide al periplo svolto all’interno di una visione confusa ai limiti dello sgomento.
È il disorientamento che patisce l’uomo, attraversante i meandri del presente Ciclo aspirando di attingere nuovamente al suo potere immenso, che di fatto non gli appartiene e del quale riferirono i protoantenati – l’insignificante ideazione poetica – che non ha né limiti di spazio né di tempo.
Un assurdo potere senza confini, rivelato
nell’immediatezza intuitiva insita nella stessa attività manuale, guidata dalla sensibilità sensitiva volta a rivelare gli indizi maggiormente significativi dell’inesplorato io:
antichissimo custode veggente, intelligenza segreta, che sedimenta nella
sostanza minerale del corpo terreno (cartilagine e ossa, nervi e tendini).
La forza operante/trasmutativa
è epifania stessa della luce rivelativa (virtù attiva) che gli stessi iniziati
ad Eleusi perseguivano, intendendo la Felicità come una conquista ultraterrena
quaggiù riflessa (anticipata) nella forma formata.
Mediante il progressivo
affinamento della superiore attenzione poetica non vi è nulla in natura
d’insignificante o di tanto recondito e ineffabile da non poter essere
riverberato nella forma/evento, come manifesta occasione di epifania sacra.
<< Home page