Sviamento e Ravvedimento dal Progetto Divino Detentivo: dell'Orrore Astrale
(Vangelo di Filippo)
La verità non è venuta nuda in questo
mondo, ma in simboli e immagini.
Non la si può afferrare in altro modo.
(Vangelo di Filippo)
L’uomo è simbolo palpitante e disperso
nell’intricata concatenazione delle tenaci e grandiose apparenze universali
Molteplici sono i riflessi dell’uomo nell’universo
ed in ogni riflesso è insito il principio di un fondo travisamento.
Non volendo qui tener minimamente conto dell’insieme
di intenzioni e circostanze che ci hanno portato a vivere la nostra attuale
incarnazione siamo consapevoli di trovarci dentro una veridica e Prodigiosa
Illusione Concreta – Labirinto Frattale / Vortice Energivoro della Creazione: è
una composita dimensione nella quale dovremmo senz’altro ritenere di essere
beffati e abilmente sfruttati. Oltre a ciò questo è un luogo dal quale sembra
davvero difficile uscire.
Una volta giunti nel cosiddetto aldilà troviamo i Guardiani
Splendenti, pronti ad offrirci allettanti oasi di pace e di estrema beatitudine. Ciò indebolisce ulteriormente la nostra possibile Determinazione dell’Oltre, tanto da dimenticarci la penosa
condizione di sfruttamento alla quale da sempre siamo stati aggiogati, persuasi infine che sia una cosa giusta far ritorno nella fossa terrena dovendo necessariamente adempiere al nostro cosiddetto
debito karmico.
Uscire da una simile trappola richiede una lucidità ultra
veggente, una volontà inflessibile, nella ferma determinazione di lasciarsi alle
spalle tutto ciò che ci lega qui.
Il Prodigio essenziale del Labirinto-Trappola
Frattale < Progetto Divino Detentivo > è che questo luogo offre delle
grandiose contraffazioni del piacere e dell’incanto, tanto che l’implacabile
armonia naturale (grande ipnosi) difficilmente la comprendiamo per ciò che è: un formidabile inganno.
Il fatto è che finché qui troveremo continui motivi di
ammirazione e rilegamento a ciò che percepiamo e riteniamo essere il massimo equilibrio
universale, non potremo mai acquisire la necessaria determinazione per attraversare
con animo propriamente ardente la trama delle menzogne consolanti che ci
avvincono ad una penosa condizione di smemorati Eterni Ritornanti: perché il mutevole inganno arcontico continuamente ripete che qui noi ci troviamo per perseguire
esperienze che interessano il nostro cosiddetto percorso evolutivo (falsità
questa che appartiene tanto alla scienza positiva che ai mistici devoti a
qualsiasi dio-entità).
“Evoluzione” è solo la valutazione parziale di un segmento trasformativo considerato isolatamente dall’incessante metamorfosi grandiosa e molteplice del Coerente Delirio Energetico chiamato Cosmo < implacabile armonia olografica della straordinaria Allucinazione Frattale che è l’Universo.
Chiamano “evoluzione” l’infinito giro in tondo della vita saldamente aggiogata alla Macina delle Ere.
È solo quando i piaceri offerti da questo mondo non
riescono più a compensare i dolori che ne derivano che alcuni iniziano a meditare realmente sul proprio disagio. E il disagio si protrae fino a che si rimane privi di
chiarezza interiore.
La nozione fondamentale è:
quanti di noi sono davvero
pronti a lasciarsi completamente alle spalle tutte le più gratificanti esperienze
terrene, a considerare l’amore tra umani una pallida allegoria ed ogni
legame terreno come una tenue fiammella destinata a spegnersi?
Siamo abbastanza sicuri di noi stessi da seguire fino in fondo la
nostra determinazione piuttosto che cedere a melense consolazioni, alle zuccherose menzogne spirituali variamente ripetute dai nostri
Rapitori Celesti per convincerci a restare in questo Vortice Energivoro di inaudita potenza attrattiva?
Siamo pronti non già a “lasciare indietro” i nostri cari, ma a dimenticarli, a lasciare andare la sostanziale finzione terrena?
L’amore viscoso qui rilega all’idea stessa che ci fa dire: “non
me ne andrò finché i miei cari/tutti gli altri non se ne saranno andati” e
questo è un sentimento intrappolante, che può tenerci eternamente vincolati nella falsa creazione per l’eternità.
Potrebbero esserci sempre più anime che entrano in
questo sistema, e quasi sempre accadrà che legandosi vicendevolmente le une
alle altre moltissime tra esse rinnoveranno di continuo i debiti karmici della
permanenza indefinita.
Quindi il sentimento apparentemente nobile di “non
lasciare nessuno indietro” è una mentalità che non può portare a nessuna via di
uscita per nessuno.
Questa apparentemente nobile e romantica proiezione di
sé è davvero molto insidiosa, e senz’altro è stata ideata dai nostri impassibili
carcerieri astrali.
La cruda realtà è che lasciare questo luogo diventa
possibile solo quando ci rendiamo conto che noi, i nostri cari e tutti gli
altri, altro non siamo che proiezioni variamente sensibili di abbagli provvisoriamente
solidificati.
Ognuno deve essere abbastanza tenace e capace da
trovare da sé il proprio distacco da questa formidabile trappola arcontica.
Ciò che qui incarniamo è il rivestimento terreno
abbinato alla finzione dell’io-sono che è un vero e proprio guscio
eterico (si rammenta l’inflessibile constatazione castanediana “...i
Controllori/Predatori < Voladores > ci hanno dato la loro mente”) e l’involucro
emotivo, una volta che non saremo più questo guscio, è adibito per essere indifferentemente
indossato da quelle entità che hanno interesse ad trattenere altre anime nella
presente Illusione Concreta...questa è la rassicurante e famigliare accoglienza
che ci riserva il vero e proprio Orrore Astrale dissimulato al momento del trapasso dal noto e controverso Tunnel di Luce; indispensabile espediente attrattivo alle dinamiche interne della predazione
infinita.
Determiniamo fin da ora noi stessi, non importa chi
mai potremo incontrare dall’altra parte, sarebbe una cosa eccellente se
potessimo ricordare di dire loro: sebbene le vostre presenze mi appaiano
davvero benevole e confidenziali, quale reale intenzione vi muove a me, qual è
la vostra reale natura?
Raramente una coscienza trapassata in quel frangente potrà manifestare una simile lucidità.
Perciò ci
troviamo qui.