venerdì 28 agosto 2020

il disprezzo dell'uomo e sua apoteosi o dell'essenza del nichilismo solare

 




Autoritratto ancestrale - punta d'osso su parete di terra rossa, lido di Ladispoli -






Qui espongo unicamente una testimonianza certa del mio incerto agire, che è allegoria stessa di una disperante - quanto esteriormente insignificante - resistenza alle tenebre

Quale convinzione?

L’universo è consumato e rinnovato dalla voracità. Una cupa voracità splendente.

La voracità, in questa dimensione ed anche in altre ad essa coeve è il nucleo di ogni divenire.

La predazione fisica è solo la ridotta ripetizione della predazione immateriale ancestrale.

Nell’uomo, agisce una recondita volontà di potenza - sua risolutezza a rinvenire in sé la Luce - che non è l'ordinaria volontà di affermazione di sé stessi, ma, più esattamente, la Volontà di Potenza coincide alla determinazione di svellere l’inganno primordiale che l’uomo istituisce in sé stesso a sé stesso. Questo deve essere chiaro una volta per tutte.

Non da altra aspirazione emancipatoria nasce la pratica assurda dell’alchimia, che è da considerare come scibile della Gnosi Operativa.

Non altrove risiede la nostra essenza se non nella fatalità d’essere agiti da inesplicabili forze preternaturali, pertanto, dovremmo ritenere che il prodigio dell’uomo è quello d’essere oltremosso dall’evidenza delle cose al loro mistero.

In ultimo, dovremmo avere la forza interiore di scrutare nell’abisso, intenzionati a precipitarvi vuoti d’ogni disperazione; determinati a varcare la soglia dell’ignoto, senza doverci preventivamente genuflettere innanzi a una o più divinità.


 


 


 


 


 


 




 

 




Fontana del Moro in piazza Navona - olio su tela 40x60

domenica 16 agosto 2020

Figure

Il popolo non esiste più dal almeno sessant’anni e chi usa questa parola volendo alludere all’agglomerato umano contemporaneo che affolla le metropoli fa solo demagogia o non sa di cosa parla.

Oggi esiste la massa, che si pone agli antipodi storici dell’idea di popolo, costituendone in un certo senso la negazione categorica.

Il popolo è espressione di vita artigianale. La massa origina dalla dimensione del preconfezionato e del sottovuoto industriale.

Coloro che hanno almeno settant’anni e le generazioni seguenti sono tutti figli della pop-ipnosi, chi non se ne avvede è perché ormai ha la coscienza completamente plastificata.

Nell’era hi-tech ogni coesione umana è dissolta.

Per questo motivo nel momento presente, volendo indicare con esso l’intero segmento epocale comprendente l’attuale Kali-yuga, la coscienza dell’uomo dimostra tanta complessa tragicità. 

Tanto più la storia avanza e gli eventi incalzano, maggiormente evidenti si palesano le contraddizioni laceranti che caratterizzano la nostra manifestazione e ognuno che non intenderà abdicare al proprio essenziale mistero – che è Mistero Sacro (Sacro, dunque, Sublime quanto Terribile) – se ne renderà espressione puramente eroica.

Oggi le Termopili sono solo interiori.

Come ebbero a sottolineare i maggiori esegeti del pensiero tradizionale, fuori da questa funzione teofanica ed ermeneutica del Risveglio Interiore, dunque, rimanendo incapaci della fattuale rammemorazione di sé, privati della volontà e del senso d’intraprendere l’emblematica discesa interiore e conseguente determinazione all’inviolabilità del residuo Limes demarcante il confine tra umano e anti-umano, essendo spogliati del necessario supporto immaginale – Pura Determinazione – necessario ad attuare la nostra ideazione simbolica, (la cosiddetta controparte Angelica) – unica nostra garanzia per essere autenticamente coscienti - intesa essere come la corrispondenza ineffabile o riflesso sensibile nel piano trascendente della coscienza incarnata, dunque, CIO’ E’ IMPORTANTE : 

rimanendo incapaci d’intuire la nostra appartenenza ancestrale ad una dimensione invisibile sovrastante, di cui dobbiamo tornare ad essere realmente degni di accedere; ogni altra possibile condizione o imposizione o differente realtà per l’uomo, per quanto elaborato possa rivelarsi il suo sviluppo, è destinata a instaurare un solo dominio di silenzio e alienazione, costituendo l’anticamera stessa dell’inferno e tale è l’automazione e tale sarà l'innovativa obbligazione sanitaria imposta mediante la nuova identità digitale.

Non trovare o perdere il contatto con la propria interiorità divina, perderne il senso qui, in questa dimensione terrena, significa dunque smarrirsi nel deserto dell’incerto e dell’inconoscibile, significa confondersi in una dimensione avveniristica desolatamente vuota di ogni autentico principio elettivo.






Nudo di schiena (toletta) olio su tela 20x30







Ippolito - olio su tela 13×18







Statua del Moro - piazza Navona - 13x18







mercoledì 12 agosto 2020

Autoritratto - notturno - olio su tela 18x23

Scendere agli Inferi è facile: la porta di Dite è aperta notte e giorno; ma risalire i gradini e tornare a vedere il cielo – qui sta il difficile, qui la vera fatica.

(Virgilio, Eneide)

 

Gli inferi sono interni all’uomo. 

La discesa non è facoltativa, è una circostanza inevitabile.

In essi si trovano i sedimenti emotivo sentimentali di tutta la stirpe umana, risalenti ai cataclismi cosmici, alle remote profezie diluviali, alle rinascite mitiche di prodigiosi concepimenti che scaturirono dalle pietre generazioni di eroi e, ancora più indietro, agli incubi stessi fatti nelle cupe notti seguenti al peccato originale dall’ottenebrato Adamo, quando fu denudato del suo originario vestimento di luce.

In tali profondità occorre scendere per rinvenire la fatidica pietra, o lapidem manufacta.

Come fu scritto: Visita  Interiora  Terrae  Rectificando  Invenies  Occultum Lapidem. 

Discendi nelle tue profondità immaginali, correggendo strada facendo il  tuo  stesso lavoro. 

Infine troverai la Pietra dei filosofi, in grado di palesarti il Vero medicamento dell’essere. 

In tal senso, secoli prima, Pindaro ammoniva: Impara a diventare ciò che tu sei. Il che varrebbe, impara a svanire genialmente da te stesso, per divenire altro da ciò che palesa la tua maschera mortale.

 






Riconosco e affermo di essere animato da una forza geniale (suo residuo barlume affievolito) e per geniale intendo una volontà tirannica e disperante.

Gli autoritratti sono solo il pretesto per individuare e ottenere maggiore cognizione dello smarrimento che sopravanza l’esistenza cosciente della propria fine.

 

 

 

 

domenica 9 agosto 2020

Autoritratto con teschio e clessidra - olio su tela 100x70

 

 

…costoro che sono volati via dalle catene del corpo come da una prigione, mentre la vostra, che nome vita, è in realtà una morte

 

(Cicerone: Somnium Scipionis)

 

 

 

L’animo, o più propriamente dovremmo dire lo spirito, è inesplicabilmente attirato nelle volute di questa dimensione agonizzante, della quale l’universo fisico costituisce la proiezione esteriore - fioritura ardente -

 

La forza universale che ci rilega al divenire, è puramente demoniaca ed estrinseca il suo potere attraverso la nostra vitalità, connessa emotivamente con la matrice illusoria della cosiddetta realtà, (matrice cangiante) che ci pone continuamente in balia di un complesso sistema distorsivo concentrico esplicantesi a differenti livelli dimensionali e corrispondente alla multiforme composizione del Cosmo stesso (illusione concreta).

 La nostra mente, per prima, assicura basilare solidità alla prigione dimensionale.

 È basilare la riconquista di una capacità di visione superiore, realizzata all’interno dello stato di fatto attuale, sebbene ciò non può in alcun modo essere evocata nella perduta linearità precedentemente offerta dalla Tradizione stessa.

 Il fondamento dell’identità, in ultimo, risiede oltre l’incanto, oltre ogni possibile estasi, sebbene tali circostanze siano di aiuto fondamentale, l'intuizione della sublime ingenuità primordiale è impossibile a essere chiarita se non attraverso una particolarissima disciplina dell'animo, categoricamente riflessa nel corpo esteriore stesso; poi, inevitabile, sopraggiunge la morte e il silenzio di ogni cosa.

L'intuizione della Salvezza riguarda la trasfigurazione dell’essere, il disvelamento dell'identità profondamente internata in noi stessi e che gravemente ricopriamo con più strati opacizzanti.

La rivelazione, peraltro, sarebbe pienamente conseguita solo al termine di un’esistenza terrena che abbia saputo interiorizzare in vita una determinata preparazione e aderenza ad una specifica disciplina.

 L’ideale poetico è sostenuto dalla disciplina, sebbene oggi dimostri d'essere declassato e confinato nelle rarefatte comprensioni di aspirazioni vaghe, o in capricci differiti alle fisime di un ego incontrollato, divenendo tale ideale quasi sinonimo di un deleterio smarrimento completamente estraneo alle dinamiche pratiche della vita quotidiana modernamente intesa, in realtà senza poesia (che è nucleo stesso della consapevolezza) non può esservi reale determinazione, o autentica presa di coscienza e né alcun principio di trasmutazione dell’io.

 

 

 

mercoledì 5 agosto 2020

Allegoria - olio su tela 20x30















Statua fontana del Moro in piazza Navona
Olio su tela 20x30


martedì 4 agosto 2020

Flagellazione -olio su tela 35 x 25