Bagnanti a Ladispoli estate 2023: "abbozzi tragici" - quaggiù altro non siamo che abbozzi tragici - appunti di gnosi
Il sole è una potenza generativa-attrattiva, che dal nulla ci ha tratto allo stupore e al dolore.
Una radianza implacabile, struggente, accecante barbaglio che continuamente ci divora e rinnova per un fine non comunemente dato.
Dal profondo di noi stessi può emergere un appello liberatorio, un richiamo segreto diffuso nell'acqua primordiale, essa coincide al vuoto abissale separante l'atomo dall'atomo.
Sulla scorta di un'eco inudibile Jaldabaoth e la sua
accolita arcontica, avvalendosi di una straordinaria potenza falsificante,
vorticarono la propria urgenza ideativa formando il Tutto volto in Uno per
incastonarvi lo Scrigno Vivente dell'enigma: la Tragedia Umana.
L'ultimo uomo (l'umanità presente) è qualificato come quello
di quaggiù, in prevalenza, distinto come solo terreno (ilico
dalla coscienza ottenebrata) poi come psichico (dalla coscienza
ridestata ma ancora invischiata nelle mutevoli forme degli adescamenti terreni)
ed infine come pneumatico (che trae il proprio valore dal solo
Spirito).
Sostanzialmente, siamo gli immemori e smemorati
custodi, potenziali valorizzatori e apportatori, della Potenza Irradiante
(la forza luminosa sovrasplendente) emanata in un tempo precedente ad
ogni tempo dall'Eone Sofia e sussistente come Segreto Sconfinato: tale forza è
internata in noi come allegorica Perla Ignea (Ultra-coscienza).
È una catena di lotte infinite tra le potenze della
luce e quelle delle tenebre per il dominio sull'uomo e dell'uomo stesso che
lotta strenuamente in sé stesso, cioè, per riconquistare le faville =
intuizioni della Luce Preesistente.
In tal senso, ogni uomo mediante una sovrana
intuizione trascendente può valicare l'infinito limite energetico
dell'universo: perché l'universo non è la nostra vera patria, ma uno
straordinario-atroce luogo detentivo.
Nell'universo l'uomo è drammaticamente Straniero:
primariamente straniero a sé medesimo; stagliato sul discontinuo orizzonte
degli eventi in qualità di Prigioniero Cangiante.
La sovrana intuizione trascendente è la Fenditura
Mistica dell'Essere, fatalmente imprigionato nel cosmo, che dischiude una
determinazione interiore esteriormente tradotta come applicazione quotidiana
della propria disciplina sensitiva = valorizzazione del proprio
talento; variamente insignificante sebbene grave.
Questo perché:
Una Luce Pietrosa e Pietosa sigilla l'enigma essenziale dell'uomo dentro la sua evanescente ombra.
Uomo: plasmato nella prodigiosa incoerenza di un supremo mistero.
Siamo incatenati alla necessità.
Siamo stati scaraventati dentro un implacabile vortice energetico, rinchiusi dentro la caverna/tomba del corpo terreno, prevalentemente contraddistinto da desideri fasulli, delimitanti la durata del suo oblio dinamico (penosa condizione di sonno indotto).
Volendo ulteriormente indebolire la stirpe degli uomini, il demiurgo YHWH inviò i suoi angeli, ovvero, la sua prole degenerata, per sedurre le donne, (le figlie che nell'Antico Testamento sono le discendenti di Seth) affinché ne prendessero a piacere e dessero origine ad una generazione ulteriormente indebolita, (corrotta) qualificata come derivante dalle tenebre.
Da allora l'umanità non ha più avuto requie divenendo attraverso le Ere sempre più schiava, generando una discendenza dal cuore chiuso e avvinto alla suggestione delle tenebre; nascendo e morendo senza poter intuire la verità di salvezza (Apocrifo di Giovanni).
Il motivo angosciante è il medesimo riferito dall'apostolo Giovanni sul monte degli Ulivi (meditazione notturna, che è allegoria stessa del Buio Epocale sovrastante la nostra Età).
Come mai in questo mondo c'è il male?
Come può l'uomo liberarsi da questo mondo intriso di male?
La Gnosi non è per tutti, ma soltanto per coloro che sentono di appartenere alla generazione che non vacilla
La discesa raffigurativa del Cristo indica che è
giunto il tempo ultimo della presente umanità, la risoluzione del combattimento
spirituale.
Il messaggio di Verità, prima di essere intercettato e
rovinosamente falsificato, riguardava l'accensione intima della fiaccola di
conoscenza, per la quale l'uomo ridesta la coscienza nella prigione emblematica
che è la sua propria esistenza immedesimata e vincolata.
La fiaccola emblematica non è la cosiddetta "fiaccola prometeica" professata dalla traviata gnosi luciferina.
La fiaccola di verità occorre a ridestare i dormienti
dal sonno interiore, suscitando in loro il ricordo e la volontà di liberarsi:
liberarsi da cosa? innanzitutto, liberarsi da una prodigiosa falsificazione
percettivo-emotiva primariamente incardinata in sé stessi.
Alcuni indizi della rilevante verità di salvezza non
poterono essere eliminati dall'ordinazione canonica dei vangeli, in cui una
sapiente menzogna, innanzitutto essa è la rovinosa contraffazione del principio
sacrificale, avvolge fittamente il principio di verità; il quale dimostra di
emergere anche dal noto passo del vangelo di Luca, (17,
26-37) che generalmente i fedeli ripetono a pappagallo senza
che ne comprendano realmente l'autentica portata rivoluzionaria: Chi
cercherà di salvare la propria vita la perderà; ma chi la perderà la manterrà
viva.
In che modo perdere la propria vita e mantenerla viva?
Quale ordine di valutazione tra l'esistenza ordinaria
e l'intuizione sovracosciente?
"Acquietarsi" in una rassegnata indifferenza
variamente oscillante tra eccitazione e intimo spegnimento è l'avvilente
soluzione esistenziale che impone il cosiddetto progresso.
La tecnologia (la dimensione Hi-tech è un oscuro
magismo involuto) è del tutto incompatibile con la pura consapevolezza.
Coltivare la Vir, il vigore, ultimo virgulto emergente
dal tenebroso pantano che sommerge il nostro tempo e ogni tempo.
Tutto ciò è davvero struggente.
Non possiamo abbatterci intimamente:
Il senso di questo nostro attraversamento terreno,
molteplicemente ostacolato da composite interferenze, consiste nel ricondurre
alla sua scaturigine preesistente l'inesplicabile consapevolezza che in noi
vive.
Dalla scaturigine preesistente lo Spirito/Coscienza è
stato attratto/rapito, per essere aggiogato alla Macina delle Ere,
al suo implacabile giro infinito.
Perciò, Custodiamo la nostra Ira, (qualità antitetica alla volgare Rabbia) temperandola/nobilitandola nel ricordo del Bene perduto.